Perché l’inferno?

Se avete pazienza di leggere, intendo Leggere e Contemplare, immagino non possiate non comprendere che, non solo l’inferno esiste, ma ne comprenderete ed accetterete le motivazioni.

Partiamo da una considerazione base ché facilmente accettabile, ovvero che l’energia non si distrugge, ma si trasforma.

È un concetto base ché l’umanità ha in qualche modo assorbito ed accettato, ognuno di noi ha riflettuto sul fatto che benché si tenti, ad esempio, di distruggere un pezzo di carta (tagliandolo in modo infinitesimale o bruciandolo), questo assumerà una nuova forma o semplicemente sarà così piccolo da non essere visto ma non scomparso del tutto.

Così come abbiamo assorbito che l’uomo non è solo carne ed ossa ma vi è una sorta di intelligenza (sempre meno evidente oggi) che ci anima e ci fa prendere decisioni.

Poi arrivano le complicazioni, ad esempio la teoria quantistica del multiverso, possiamo accettarla o meno, possiamo fregarcene ed ignorarla, ma permane sempre in noi il dubbio, “cosa sarebbe successo se invece di fare questo avessi fatto altro?”, il che porta inevitabilmente alla conclusione che esiste un’altra possibilità, un’altro mondo dove la scelta fatta non è stata fatta (sliding doors era un film che parlava di questo senza coinvolgere il multiverso), ma dove evidentemente noi siamo presenti allo stesso tempo, come due pagine separate dello stesso libro.

Bene, possiamo anche non accettare questo, ma permane il fatto che la nostra energia non verrà distrutta, ma al limite cambierà stato, ed evidentemente questo stato cambia ogni qualvolta prendiamo una decisione o la subiamo.

Ad esempio, una promozione sul lavoro cambierà il nostro stato da sfigato in vincente, aver fatto del male ad una persona lo muterà in odioso deficiente e così via; e proprio quest’ultimo stato, ogni qualvolta ci ritorniamo con la mente, fa si che ci poniamo in uno stato deprimente e di auto punizione (ci guardiamo allo specchio e ci sputiamo in faccia da soli, tutte le volte che ci pensiamo), almeno per chi ha ancora una coscienza.

Questo significa che il nostro essere ha in sé gli effetti di queste scelte che evidentemente determinano o contribuiscono al nostro ultimo stato, la nostra essenza, ovvero la nostra qualità energetica (la frequenza vibratoria del nostro essere).

Avere uno stato di depressione, fa di noi una sorgente di energie basse.

Dunque cosa si dice dell’inferno, dove si trova seconda Dante ma anche secondo gli scritti religiosi (anche buddisti)? In basso!

Non un basso fisico, ma un basso dimensionale. Le frequenze basse si intersecano con quelle più alte senza però crearne alcun disturbo, come si nota nelle onde che vengono generate nell’acqua dopo aver gettato un sasso in essa.

Quindi non aspettatevi un inferno all’interno della Terra, ma piuttosto in essa, con essa.

Ma cosa succede alle energie che si somigliano? Si aggregano, ovvio!

Anche questa è fisica elementare!

Perciò, il tenere le energie basse, significa aggregarsi a ciò ch’è basso, e la nostra Terra è bassa. È sicuramente più bassa del cielo (parlando in termini religiosi) ma soprattutto è simile come frequenze a quelle del nostro fisico, della materia che ci circonda.

Il giorno della nostra morte il fisico rimane a Terra, è fatto di materia simile, ma l’intelligenza che non ha fisicità ma ha comunque un’essenza vibratoria, si staccherà da essa a meno che non assomigli ad essa (alla Terra).

Dunque la Terra è il nostro inferno dimensionale (eterico).

Ma dunque perché le descrizioni delle punizioni dell’inferno, riportano che sono reiterate?

Cosa facciamo quando ci sentiamo colpevoli di un misfatto? Ci infliggiamo punizioni!

Le punizione che noi ci infliggiamo (come quella di sputarsi in faccia nello specchio) sebbene ripetuta mille volte, non sarà mai abbastanza e invece ci auguriamo di ricevere una simile punizione da noi inflitta, ma fisicamente, così che il dolore sia da rimedio per la nostra coscienza offesa da un gesto insulso.

Se ne deduce che la punizione fisica è molto più importante di quella mentale; ma ahinoi siamo morti e il fisico non è più con noi, per cui la punizione sarà mentale, il dolore sarà sottile e l’effetto meno importante.

Così la reiterazione è necessaria per controbilanciare l’effetto negativo che le nostre azioni errate hanno avuto su di noi, più l’azione è errata, più la pena sarà severa e perdurante, perciò la punizione fisica prima della morte è preferibile, perché ha un effetto calmante sulla nostra coscienza e sulla psiche e dunque è purificatorio.

… Seguirà (incA) il perché del multiverso, che ha un legame con ciò che ho scritto qui.

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